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Perchè i gatti si grattano

Le malattie del gatto causate da parassiti e allergie

PREMESSA

Il prurito nel gatto è un sintomo molto comune non sempre legato alla presenza di una malattia o di parassiti particolari.

I gatti si grattano frequentemente durante il corso della giornata semplicemente in risposta a uno stimolo pruriginoso generico.

Inoltre, il prurito è un sintomo individuale che si manifesta in forme diverse da soggetto a soggetto.

Il prurito, in genere, può diventare un problema,nel momento in cui il gatto si gratta senza sosta per gran parte della giornata.

In ogni caso è meglio consultare il veterinario per individuare la causa del prurito.

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LE PULCI

La pulce vive nutrendosi del sangue del suo ospite e si riproduce a una velocità impressionante:una femmina può deporre ogni giorno fino a 50 uova,le quali si disperdono nell'ambiente in cui l'animale vive e si schiudono dopo una decina di giorni,generando larve trasparenti (2 mm). Le larve si annidano in luoghi riparati dalla luce diretta (come tappeti,moquette o divani)e,nel giro di 1-2 settimane,si rivestono di un bozzolo protettivo che le ripara e può permettere la

loro sopravvivenza anche per un anno. Usciranno dal bozzolo solo quando avvertiranno la vicinanza di un organismo a sangue caldo su cui salteranno subito,per nutrirsi e riprendere il ciclo produttivo.

Le condizioni di temperatura e umidità all'interno della casa favoriscono la loro sopravvivenza anche nei mesi più freddi e quindi,se non vengono adeguatamente controllate,possono diventare infestanti e pungere anche l'uomo.

Una grave infestazione disturba l'animale che è costretto a grattarsi furiosamente;la saliva di questo parassita ha poi il potere allergizzante e in alcuni soggetti può causare gravi dermatiti allergiche. Inoltre le pulci possono trasmettere agli animali un verme piatto,la tenia. Questo parassita causa problemi a livello intestinale. La tenia è visibile man mano che viene eliminata con le feci degli animali infestati,sotto forma di proglottidi,frammenti biancastri piatti.

Sul gatto,le pulci si possono "scoprire " usando una lente di ingrandimento.

Quindi,va sollevato il pelo dell'animale e si cerca lungo lungo tutto il corpo la presenza di questi animali mobili,lunghi 2 mm,di colore rosso-marrone.

Vanno cercati anche puntini nero-marroni simili a granelli di sabbia alla base del pelo,su testa,collo e dorso:sono gli escrementi della pulce.

Le pulci sono molto difficili da afferrare e,quindi,è inutile cercare di toglierle con le mani.

Per accertarne la presenza,le pulci vanno cercate anche più volte al giorno poiché vivono sul corpo dell'animale per nutrirsi (4 - 5 ore al giorno) e non sempre il momento della ricerca coincide con quello della presenza di questi parassiti.

Esistono in commercio vari prodotti antipulci a uso esterno (collari,shampoo,polveri,spray e fialette spot-on) e un farmaco da somministrare per bocca che ne inibisce lo sviluppo. Tra i prodotti per uso esterno si tenga presente che i collari possono rovinare il mantello e,se non sono elastici,possono diventare pericolosi per i gatti "girovaghi";lo spray è mal tollerato e così lo shampoo,a meno che l'animale non sia stato abituato a farsi fare il bagno. I prodotti in polvere,mousse o fialette spot-on rimangono i migliori antiparassitari per uso esterno;sopratutto le fialette sono di facile applicazione nei soggetti poco trattabili.

Ricordiamo che le pulci possono diventare "resistenti" ai vari principi antiparassitari e sarà perciò utile variare il tipo di prodotto nel corso degli anni. Inoltre è utile eseguire sempre una pulizia profonda dei pavimenti e sopratutto moquette e tappeti,utilizzando se possibile macchine a vapore. Se nonostante tutto ci ritroviamo la casa infestata,è bene impiegare idonei antiparassitari per l'ambiente.

Haemobartonella felis

L'emobartonellosi, è una malattia causata da un parassita, che entra nel sangue del nostro gatto, attraverso un vettore, in questo caso la pulce. Purtroppo l'Emobartonella è una patologia che rimane cronica nel gatto, anche se i sintomi scompaiono, e può capitare che il gatto abbia delle ricadute.

L'Emobartonella ha diffusione mondiale.

Prevenzione: per prevenire l'emobartonella è necessario tenere costantemente il gatto sotto trattamento antipulci, perchè se la pulce infetta non ha possibilità di mordere il gatto, questo non potrà infettarsi.

I più a rischio: i gatti più a rischio sono quelli che possono uscire anche all'aperto, ma non sono fuori pericolo quelli che vivono esclusivamente in casa.

La stagione più a rischio è la stagione calda, dove il numero di pulci è più elevato.

Sintomi: abbattimento, perdita di appetito, dimagrimento, anemia più o meno forte, rialzamento o abbassamento della temperatura, barcollamento, nei casi più gravi, difficoltà respiratorie e mucose bianche o bluastre, fegato ingrossato, milza ingrossata e linfonodi ingrossati. In genere le prime due tre settimane sono prive di sintomi.

Sembra inoltre che i gatti più colpiti siano quelli che vanno dai 4 agli 8 anni di età.

Diagnosi: la diagnosi si ha tramite esame del sangue, striscio su vetrino, oppure tramite ricerca del DNA del parassita nel sangue del gatto attraverso la PCR, quest'ultimo è il più sicuro.

La trasmissione: oltre al vettore, l'emobartonella si può trasmettere per via transplacentare, durante il parto per contatto del sangue della madre infetta, durante l'allattamento, o tramite trasfusioni di sangue infetto.

La cura: una cura antibiotica a base di doxiciclina ( vibravet, ronaxan ) in genere basta per far apparentemente guarire il gatto. Dico apparentemente perchè il gatto rimarrà portatore a vita del parassita, e potrà essere soggetto a ricadute sopratutto se in periodi di stress come malattia, gravidanza, interventi chirurgici.

Gatti che convivono con chi ospita il parassita, devono essere sempre sotto trattamento antipulci, per evitare di essere morsi e di essere contagiati.

Articolo scritto da: Arianna (zaari70) mordergattona del forum di micimiao

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I PIDOCCHI

Sono parassiti specifici del gatto che vivono sulla cute e morsicandola provocano desquamazione e prurito. Gli insetti adulti si individuano con difficoltà mentre le loro uova biancastre (lendini) sono facilmente visibili sui peli. Non colpiscono l'uomo.

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LE ZECCHE

Colpiscono raramente i gatti, se non quelli che vivono in campagna a contatto con cani e altri animali da cortile. Vivono succhiando il sangue del loro ospite e, dopo il pasto,si gonfiano raggiungendo in poco tempo dimensioni notevoli (anche di un pisello). Spesso vengono scambiate dai proprietari per cisti o tumori cutanei. Bisogna rimuoverle con particolare attenzione perché possono rompersi liberando il sangue, potenzialmente infetto, che contengono. Allo scopo si può utilizzare una pinzetta o anche un particolare arnese in plastica facendo attenzione a estrarre anche il rostro boccale inserito nella cute, che se lasciato all'interno dell'animale può provocare un piccolo granuloma.

Le zecche sono parassiti esterni di animali domestici e selvatici, che possono determinare nel soggetto colpito una serie di problemi più o meno gravi, a seconda dei casi. Questi parassiti possono essere trasportati da pecore, uccelli e animali randagi anche a grande distanza e quindi la loro diffusione è rapida ed estesa, essendo inoltre favorita dal gran numero di uova che ogni femmina depone ad ogni ciclo riproduttivo. Le zecche succhiano il sangue dell'ospite e poi si accoppiano, dopo di che le femmine gravide si lasciano cadere a terra per deporre le uova, che hanno un guscio molto resistente alla maggior parte dei prodotti antiparassitari in commercio. Le giovani zecche appena nate si mettono in attesa di arrampicarsi su qualche animale e possono rimanere senza cibo anche per periodi molto lunghi; quando riescono a salire su un ospite, cominciano subito a riempirsi di sangue, poi si accoppiano ed il ciclo ricomincia. Quando la temperatura esterna scende sotto i 10-12 gradi o sale sopra i 25-30, oppure quando c'e' poca umidità, le zecche si rifugiano sotto terra, dove restano anche per mesi, in attesa che le condizioni ambientali migliorino. Il problema più frequente causato dalle zecche e' l'anemia dovuta alla perdita di sangue, che può causare debolezza estrema, ritardi di accrescimento, dimagrimento e morte. Inoltre alcune zecche sono portatrici di un parassita del sangue, che entra nei globuli rossi e li rompe, provocando nel cane una grave malattia detta "PIROPLASMOSI", che si manifesta con mancanza di appetito, febbre molto alta, depressione, tremori e soprattutto (ma non sempre) urina di colore molto scuro, a volte simile al caffè. Per quanto riguarda la lotta alle zecche, bisogna tenere presente che:

Essendo le uova molto resistenti, bisogna programmare un trattamento dell'ambiente alla settimana per almeno 4 settimane, in modo da uccidere le zecche appena uscite dalle uova, prima che inizino a deporre a loro volta; per questi trattamenti si possono usare i prodotti comunemente in vendita in farmacia o nei consorzi agrari, avendo però cura di spostare gli animali finché la zona irrorata sia completamente asciutta;

I prodotti in commercio da usare nell'ambiente non devono mai essere impiegati tali e quali sugli animali perché sono tutti tossici e quindi vanno opportunamente diluiti ed impiegati solo con spugnature e mai con lavaggi completi;

Quando si effettuano trattamenti dell'ambiente, il prodotto deve essere irrorato ovunque, facendo massima attenzione alle zone in ombra, fessure e crepe dei pavimenti, muri ed infissi di legno, perché proprio qui si creano le condizioni ambientali più favorevoli alla schiusa della uova.

Anche se la cute umana e' poco adatta all'insediamento di questi parassiti, e' stato segnalato qualche caso di rinvenimento di zecche su persone, specialmente (ma non esclusivamente) nelle zone del corpo maggiormente dotate di peli; nel caso si verificasse questa, peraltro rara, evenienza, e' opportuno recarsi dal proprio medico e lasciare che sia lui a staccare il parassita dal corpo e a prendere i provvedimenti terapeutici che riterrà necessari.

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Gatti e zecche

Se pensiamo che quello delle zecche sia un problema esclusivamente canino, siamo in errore. Anche i gatti possono essere vittime di questi fastidiosi parassiti.

Capita sia in campagna che in città, in particolare a quei gatti che hanno l’abitudine di girare fuori casa per fare una passeggiata. Nei campi è facile che le zecche siano state lasciare sul terreno da un gregge di pecore oppure da qualche cane. E in città i portatori di parassiti sono i piccioni che affollano i centri storici.

Appartenenti alla stessa famiglia dei ragni, le zecche non sono veri e propri insetti. Hanno infatti otto zampe e non sei come gli insetti propriamente detti. Sono parassiti che si annidano sul corpo dei mammiferi e ne succhiano il sangue. Ma questa attività è svolta solo dalla femmina. Il sangue, che costituisce per lei un pasto altamente nutriente, le serve per portare a maturazione le uova. Una zecca riesce a succhiare talmente tanto sangue da gonfiarsi fino a raggiungere le dimensioni di un pisello, aumentando in pochi giorni le sue dimensioni di oltre duecento volte. Sono animali estremamente resistenti. Possono restare sul terreno anche più di un anno senza mangiare, in attesa che passi un cane o un gatto su cui rifugiarsi. Ecco perché, si deve sempre controllare il proprio animale se è stato in una zona dove ha soggiornato un gregge. Quel prato può davvero essere pieno di zecche.

Se ne scoviamo una tra il pelo del nostro gatto, non dobbiamo allarmarci. Non è il caso di chiamare il veterinario, che diventa necessario solo in caso di gravi infestazioni da parassiti.

Se si tratta di una zecca sola possiamo eliminarla facilmente, stando attenti ad un paio di cose. Prima di tutto non si deve strapparla via dalla pelle del gatto. L’apparato boccale della zecca è formato da una serie di uncini che vengono conficcati nella pelle e che permettono una certa stabilità. Se strappiamo la zecca, questi uncini possono rimanere nella cute, causando anche un’infezione. La cosa da fare invece è quella di far “mollare la presa” alla zecca. Per questo ci sono diversi sistemi.

Si può versare sul parassita dell’alcool, oppure qualche goccia di smalto trasparente per le unghie, prima di rimuoverlo. Oppure si può accendere un fiammifero, spegnerlo subito e posare la capocchia bollente sulla zecca uccidendola all’istante.

Il vecchio Andrea, un contadino che abita vicino a me e che è il mio “guru” per quanto riguarda la vita in campagna, mi ha confidato un antico rimedio: si deve versare sulla zecca un po’ di olio di oliva, prenderla poi con due dita e “svitarla” in senso antiorario per staccare gli uncini dalla pelle. Il premio Nobel Karl von Frisch, grandissimo esperto di animali, in un suo libro suggerisce un altro trucchetto. Lo scienziato austriaco dice di incollare un cerotto sulla zecca e di lasciarvelo per almeno una giornata intera. A causa dell’irritazione chimica provocata dall’adesivo del cerotto e per la mancanza di aria, la zecca ritira i suoi uncini e, rimanendo attaccata al cerotto, diventa molto facile rimuoverla. Von Frisch mette in guardia contro la grande resistenza delle zecche. Una volta tolte dalla pelle del gatto, non è sufficiente buttarla nella spazzatura ma l’unico modo per eliminarla del tutto è quello di ucciderla schiacciandola.

Roberto Allegri

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MALATTIA DI LYME O BORRELIOSI

La malattia di Lyme o Borreliosi è una infezione batterica che colpisce le articolazioni, il sistema nervoso, gli organi interni e la pelle.

A causarla è un battere della famiglia delle Spirochete, che si trova in natura prevalentemente nei topi di bosco, ma non solo, perchè occasionalemnte anche altri animali selvatici come le volpi, le lepri e gli uccelli ne sono portatori, facendo così in modo che il bterio si diffonda più facilmente.

Le zecche del genere Ixodes che si trovano comunemente nel territorio alpino sono il principale vettore per questo battere.

Succhiando il sangue da un animale infetto prendono in se il battere che poi passano ad altri animali sani tramite il loro morso.

Le zecche tendono a mordere tutti gli animali a sangue caldo, cani gatti ecc. ecc. compreso l'uomo, tramite un morso che non è doloroso e di cui facciamo fatica ad accorgerci.

Dove vivono le zecche e il loro habitat ideale: cominciamo con il dire che non tutte le zecche sono portatrice del battere.

Vivono sulla terra, sull'erba, ai margini dei boschi, vicino ai cespugli, e vicino a corsi d'acqua.

Il clima deve essere temperato e prediligono un clima umido.

Il periodo di maggiore concentrazione è dalla primavera all'autunno, ma sono presenti anche nella stagione invernale.

I sintomi: il primo sintomo e il più comune nell'uomo si ha tramite un arrossamento della pelle che piano piano diventerà sempre più esteso e che compare da 4 a 60 giorni dopo il morso.

Questo non avviene negli animali dove si presenta con forte zoppicamento causato da dolori articolari, artrite cronica, debolezza, innalzamento della temperatura, mancanza di appetito, sintomi nervosi e raramente cardiopatia.

Come prevenirla: purtroppo in commercio non esiste ancora un vaccino ma ci sono delle precauzioni che si possono prendere.

Ricordarsi di tenere i nostri animali protetti dal morso della zecca con ottimi antiparassitari, cosa importante durante la stagione calda, ma da tenere in considerazioen tutto l'anno.

Questo farà si che i nostri animali abbiano la minor possibilità di contrarre la malattia e di far si che non possano essere veicolo di infezioni anche a noi stessi trasportando il parassita nelle nostre case.

Ricordarsi di tenere il più possibile l'erba del nostro giardino bassa per far si che non possano trovare ambiente troppo favorevole.

La cura: avviene tramite comuni antibiotici ( amoxicillina, coxiciclina, pennicillina ) e prima inizia più si ha possibilità di guarire in fretta.

Articolo scritto da: Arianna (zaari70) mordergattona del forum di micimiao

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MALATTIE INFETTIVE DELLA PELLE

Le malattie infettive della pelle possono essere causate da funghi microscopici da lieviti e microrganismi batterici e generano intenso prurito. Queste malattie vengono identificate dal medico veterinario attraverso alcuni esami specifici.

Per ciascuna di esse esistono terapie antibiotiche specifiche che,generalmente,si protraggono per almeno tre settimane.

E' molto importante non sospendere la somministrazione dei farmaci,per non vanificare gli sforzi e il buon esito della cura.

Le cosiddette micosi cutanee provocano lesioni localizzate o diffuse che si presentano senza peli oppure con peli spezzati, e con una modesta o notevole irritazione.

Qualora le lesioni siano evidenti e ben localizzate, il veterinario potrà fare facilmente la diagnosi. Vi sono però soggetti (tipo i Persiani) che pur avendo la malattia non ne presentono i sintomi e quindi sarà difficile per il veterinario individuarla.

Questa malattia colpisce generalmente gatti giovani randagi,deperiti e che vivono in cattive condizioni igieniche; i gatti che vivono in casa possono contrarre l'infezione dal contatto con questi gatti infetti.

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ACARI DELLA ROGNA

Esistono piccoli parassiti,detti acari,che causano una malattia della pelle nota con il nome di rogna. La rogna sarcoptica e la rogna Cheyletiella sono fra le più pruriginose e devono essere affrontate con tempestività perché possono aggravarsi notevolmente e,in parte,infastidire anche l'uomo.

La rogna o scabbia è una parassitosi che si annida negli strati più superficiali della cute e provoca una grave infiammazione con intenso prurito,caduta di pelo e croste. Le zone più colpite sono la testa,le orecchie e il collo.

Si presenta sopratutto nei gatti randagi mentre è rarissima in quelli domestici.

La diagnosi può essere fatta solo con l'osservazione al microscopio degli acari.

L'otoacariasi è una rogna auricolare molto contagiosa: colpisce gli animali domestici e porta allo sviluppo di gravi otiti di tipo ceruminoso.

Questo parassita,un piccolissimo acaro,causa prurito spesso insopportabile che porta a gravi episodi di autolesione da parte dei nostri animali

Causano problemi solo se presenti in gran numero. Puliamo regolarmente le orecchie del nostro gatto e controlliamole: gli acari sono molto contagiosi e spesso attaccano tutti gli animali presenti in casa. I parassiti si riproducono molto velocemente soprattutto nella stagione calda. Inizialmente non danno problemi ma con il passare delle settimane provocano un’otite molto fastidiosa per il gatto. Se la parassitosi si trascina senza essere curata può danneggiare seriamente il timpano e portare a sordità.

Meglio far visitare subito il gatto che ha cerume nero e maleodorante, si gratta le orecchie e scuote la testa. Il veterinario potrà facilmente individuare gli acari e prescrivere la cura adatta che consiste nel mettere alcune gocce di medicinale nelle orecchie del gatto per una settimana circa. Prima di mettere le gocce, però, dovremo cercare di asportare il più possibile il cerume nero con un batuffolo di cotone o un bastoncino igienico per orecchie.

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Come pulire le orecchie del gatto

Imbeviamo un batuffolo di cotone con un po’ di olio detergente per bambini e rimuoviamo il cerume presente.

Puliamo delicatamente le orecchie con movimenti circolari ma non spingiamo mai il batuffolo nel condotto uditivo interno.

orecchie

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ALLERGIE DEL GATTO

Anche le allergie possono dare prurito.

Le forme allergiche non possono essere distinte l'una dall'altra semplicemente dando un'occhiata superficiale all'animale.

Devono,invece,essere diagnosticate dal veterinario,in seguito a una visita generale dell'animale e con l'ausilio di esami specifici.

La forma allergica più diffusa è quella causata dalla saliva delle pulci.

Anche in presenza di un solo parassita,il gatto si gratta freneticamente e finisce per sviluppare infezioni della pelle che complicano notevolmente il quadro della malattia.

Esistono inoltre altre allergie, definite " atopie ", causate nella maggior parte dei casi dagli acari della polvere.

I gatti possono grattarsi anche a causa di un'ipersensibilità o di un'intolleranza alimentare oppure per gravi ipersensibilità alle punture degli insetti.

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