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Curiosità sul mondo dei mici

I gatti: modelli per umoristi

A volte passo interi pomeriggi ad osservare i miei gatti mentre giocano. Ed è come assistere ad un film comico. I gatti sanno davvero essere molto divertenti. Tutti coloro che vivono con un micio se ne sono certamente accorti: i nostri piccoli amici si cacciano in situazioni esilaranti, si muovono in modo buffo, saltano e assumono espressioni che scatenano in noi la più spontanea delle risate. E in più, dimostrano anche di godersela un mondo ad apparire come dei clown. Ecco perché molti filmati amatoriali presentati da trasmissioni come “Paperissima” o “Striscia la Notizia” hanno per protagonista uno o più gatti.

Il micio di casa sembra avere una chiara idea di cosa è divertente. Gioca, inventa battute di caccia, insegue le caviglie di chi vive con lui. E con questo suo fare da folletto spiritoso, dona il buonumore. “Ogni oggetto in movimento serve ad interessare e divertire il gatto. Egli è convinto che la Natura lo tenga occupato con le sue distrazioni” scrisse Paradise de Moncrif. E l’attore James Mason, famoso ad Hollywood per essere un “gattaro” sfegatato ha detto che “non c’è alcuna necessità di insegnare ai gatti come divertirsi poiché essi sono dotati di ineffabile ingegno in quest’arte!”

Ma era impossibile che il lato umoristico del micio non venisse colto e sfruttato dall’uomo. E per questa ragione il gatto è da sempre presente nelle vignette, nei fumetti e nei cartoni animati. Non solo ma alcuni personaggi felini dei film d’animazione sono diventati famosissimi e hanno affascinato e divertito intere generazioni. Un esempio fra tutto, il micione Garfield, creato nel 1978 dalla penna di Jim Davies, che è stato prima un fumetto, poi un cartone animato e recentemente è diventato, grazie alle magie degli effetti speciali digitali, un film con attori in carne ed ossa.

Furono gli antichi Egizi i primi a creare vere e proprie vignette satiriche con dei gatti. Se ne trovano tracce sui papiri e sulle pietre calcaree ritrovati nella Valle dei Re. In un papiro risalente al 1150 prima di Cristo, alcuni scribi tebani raffigurarono in modo divertito una processione di gatti intenti a servire una regina topo. Forse uno dei primi tentativi di satira politica. I mici infatti si sono sempre prestati ad interpretare le passioni, i pregi ma soprattutto i difetti degli esseri umani e perciò sono stati usati spesso per prendere in giro anche personaggi politici. Lo zar di Russia Pietro il Grande ad esempio veniva raffigurato come un grosso gatto dai baffi maestosi e quando morì, i disegnatori satirici lo disegnarono come un micio inerme trasportato verso il cimitero da un gruppo di topi.

Oltre al già citato Garfield, altri gatti dei fumetti e cartoni animati sono entrati a far parte della leggenda. Chi non ricorda, ad esempio, il gatto Felix? Negli anni Venti, Felix raggiunse in America la stessa popolarità che aveva Charlie Chaplin. Creato dai disegnatori Pat Sullivan e Otto Messner, Felix fu il prototipo sul quale vent’anni dopo William Hanna e Joseph Barbera inventarono il felino forse più celebre in assoluto: il gatto Tom. I cartoni animati che lo vedono alle prese con il topo Jerry ancora oggi vengono trasmessi dalla televisione e conservano intatta la loro irresistibile comicità. Al tempo della loro uscita, nel 1942, le avventure del gatto Tom furono giudicate un po’ troppo violente ma talmente divertenti da sopravvivere a qualunque critica. E non si può certo dimenticare Silvestro, il gatto bianco e nero creato nel 1945 da Friz Freleng, impegnato perennemente nel dare la caccia al canarino Titti. E infine Duchessa e Romeo, protagonisti de “Gli Aristogatti”, capolavoro della Disney del 1970.

ROBERTO ALLEGRI

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