I gatti e l'artrite

micimiao

Sotto i raggi infrarossi

I gatti vivono in media quindici anni e quando ne hanno otto o nove entrano nella terza età.
Anche se lo spirito del micio resta giovane e la sua voglia di giocare si conserva intatta, inevitabilmente compare qualche acciacco.
Le articolazioni del nostro piccolo amico si fanno più rigide, meno elastiche e sciolte, e per questo possiamo dargli una mano evitando di farlo chinare troppo per mangiare, sistemando perciò la sua ciotola su di un supporto, oppure accostando dei cuscini accanto al divano in modo da fargli fare meno fatica per salirci sopra.
Con l’età può anche capitare che i gatti soffrano di artrite, un po’ come succede alle persone anziane. Non si tratta di un problema raro, che si verifica in pochi casi, ma anzi è piuttosto diffuso.
Una recente indagine svolta da una casa farmaceutica ha reso noto che il 30 percento dei gatti domestici accusa dei dolori reumatici, che impediscono loro di avere una vita normale, di correre e saltare e che, in alcuni casi più gravi, li fanno stare talmente male da costringerli a rimanere immobili.
Un gatto con l’artrite è facilmente riconoscibile. E’ ombroso, irritabile, e si lamenta anche quando cammina. Se lo si accarezza o lo si prende in braccio, cosa che aumenta la sua sofferenza, cerca di divincolarsi, di mordere o graffiare.
E’ come se supplicasse di essere lasciato in pace. Per paura che qualcuno lo tocchi si nasconde in angolini appartati, cercando di trovare una posizione che non lo faccia soffrire.
Ma se viviamo con un gatto in queste condizioni, cosa dobbiamo fare?
Una visita dal veterinario è sempre consigliabile ma cerchiamo di ricorrere ai farmaci solo nei casi davvero seri. Ho constatato di persona che si possono ottenere ottimi risultati anche usando una semplice lampada a raggi infrarossi.
La mia gatta Kundry, di dieci anni, da diverso tempo aveva un forte dolore all’anca. Era penoso guardarla mentre cercava una posizione comoda che non la facesse miagolare dal dolore. Non riusciva nemmeno a saltare sul divano e se cercavo di accarezzarla soffiava arrabbiata, preoccupata che potessi toccare la parte dolente. Come se sapesse che i dolori poteva essere causati dal freddo e l’umido, per istinto non voleva più uscire di casa e passava tutto il tempo accanto alla stufa. Mi sono ricordato allora che i raggi infrarossi, che scaldano i tessuti del corpo in profondità, vengono utilizzati spesso nelle terapie contro l’artrosi nelle persone anziane e quindi ho voluto provare anche con la gatta. Procurarsi una lampada ad infrarossi non è stato difficile. Se ne trovano infatti in tutti i negozi per animali perchè sono quelle che si installano nei terrari dei rettili allo scopo di assicurare la temperatura ottimale a questi animali a sangue freddo. Ma si riescono a trovare anche nei consorzi agricoli perché gli allevatori di polli ne fanno uso per tenere al caldo i pulcini delle varie nidiate.
Per curare la mia Kundry, ho sistemato la lampada ad infrarossi su di un normale supporto, uno di quelli che montano lampadine per illuminare la scrivania, e poi l’ho posizionata sopra il cuscino preferito della micia ad una distanza di circa ottanta o novanta centimetri. Quindi l’ho accesa. Ho messo la Kundry sul suo cuscino e lei, come ha avvertito il calore irradiato dalla lampada, ha iniziato a leccarsi il pelo, come fa sempre prima di dormire. Si è messo subito tranquilla. Ho lasciato la lampada in funzione per un’ora e poi ho ripetuto l’operazione per tre o quattro volte nell’arco della giornata. La gatta non si muoveva ma restava beatamente addormentata godendosi il calore che sicuramente le faceva bene. Già dopo una settimana di questo trattamento infatti non si lamentava più nel camminare e si faceva di nuovo prendere in braccio.

Roberto Allegri

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