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Il gatto vegetariano

Mai il gatto vegetariano

Quello dei vegetariani è un fenomeno di larghissima scala, che coinvolge il mondo intero. Solamente in Italia sono più di tre milioni e secondo le stime dell’Eurispes potrebbero diventare oltre 30 milioni entro la metà del secolo. Negli Stati Uniti i vegetariani sono oltre 12 milioni e rappresentano il 7 percento della popolazione.

Ma chi decide di non mangiare mai carne e derivati è in questo periodo sotto i riflettori. Colpa della mancanza di buon senso, mancanza che rende quasi ridicola una scelta legittima basata sul non volere far soffrire gli animali usati per l’alimentazione umana. Recentemente infatti la ricercatrice americana Lindsay Allen, dell’Università della California, ha presentato uno studio con il quale mette in guardia contro i pericoli legati all’alimentazione vegetariana per i bambini. Uno studio che ha fatto parlare i giornali di tutto il mondo e ha scatenato un’incrociarsi di opinioni. Sono moltissime le persone che pretendono di crescere i bambini senza carne, mettendo a rischio però, secondo gli esperti, la salute dei piccoli. “Dunque si informino molto attentamente i vegetariani che hanno dei bambini e non commettano inutili imprudenze”, consigliano gli esperti. E aggiungono che la carne deve essere consumata almeno tre o quattro volte da un individuo in crescita.

Il problema però tocca da vicino anche gli amanti degli animali. C’è infatti chi vorrebbe estendere la dieta vegetariana anche ai beniamini di casa, seguendo quanto ha affermato l’International Vegetarian Association. Secondo l’associazione infatti un regime vegetariano per gli animali domestici non solo sarebbe possibile ma anche auspicabile.

Facciamo attenzione però. Non commettiamo errori che possono diventare irreparabili. Sia cane che gatto basano la loro dieta sulla carne ma mentre per il cane può essere possibile un’alimentazione diversa, senza carne il gatto si ammala gravemente. Combinando tra loro derivati del latte, legumi e integratori vari si può riuscire, anche se con qualche difficoltà, a nutrire correttamente un cane anche senza ricorrere alla carne. Ma il micio è diverso. Lui è un carnivoro a tutti gli effetti e questo non significa che ha un debole per gli alimenti di origine animale ma che il suo organismo è costituito in maniera tale da sostenersi assumendo esclusivamente le sostenze contenute nella carne. Non si tratta di sfumature, non in questo caso. Il micio ha bisogno della taurina, un amminoacido che si trova negli alimenti animali e che è importantissimo. Secondo gli studi, un gatto di circa quattro chili necessita di almeno 25 mg di taurina al giorno e questa si trova nella carne e nel pesce. Se ne viene privato, il micio va incontro a serissime patologie, prima fra tutte la degenerazione progressiva della retina. Significa che nel giro di pochi anni il gatto diventa cieco. La mancanza di taurina inoltre provoca gravi danni al cuore, facendo diminuire la forza di contrazione delle cellule cardiache. Nelle gatte invece, una dieta povera di carne impedisce il normale svolgersi della gravidanza. E se i cuccioli non vengono abortiti, spesso nascono deboli e deformi. Merita davvero tutto questo il nostro piccolo amico? Ed è anche da tenere presente che la necessità di proteine derivate dalla carne è così forte nel gatto che se non trova i giusti alimenti nella ciotola, cerca di procurarseli in altro modo. Il micio è un formidabile predatore e se non siamo noi a dargli la carne si metterà a cacciare topolini, lucertole, uccelli correndo così rischi di malattie ed esponendosi a pericoli che avremmo potuto evitare.

Conoscendo tutto questo, risulta davvero difficile capire come un vegetariano, la cui scelta di vita si basa sul non voler far soffrire gli animali, possa condannare a un triste destino il gatto di casa. Pare tanto un paradosso. Se abbiamo a cuore la salute del nostro animale dunque, non obblighiamolo a condividere le nostre scelte. Volergli bene significa avere rispetto della sua natura di carnivoro e non plasmarlo secondo i nostri desideri.

ROBERTO ALLEGRI

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